Lungo i fasci di strade del medioevo, che solcavano il Piemonte quale luogo di passaggio obbligato, si sono insediati straordinari complessi religiosi, ancora oggi, con le loro vestigia, testimonianza di fede e di transito.
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Dalla Valle di Susa passava il “Sentiero dei Franchi”, la strada maestra per la Francia, lungo la quale si colloca l’abbazia benedettina della Novalesa, testimone di passaggi di personaggi di grande rilievo, presso la quale vivono ancora otto monaci benedettini che con la loro foresteria offrono ristoro spirituale ai viaggiatori che vi giungono come moderni pellegrini. Similmente la Sacra di San Michele, simbolo del Piemonte, dove anche il più laico dei visitatori, cede alla sacralità che pervade l’abbazia dedicata all’arcangelo San Michele, si mostra aggrappata alla cima del monte Pirchiriano, all’inizio della Valle di Susa, baluardo dello sbocco della vallata alpina sulla piana torinese ed emblema di un’Europa medievale permeata di una cultura che travalicava i confini territoriali. Sempre su uno dei percorsi della Via Francigena, s’incontra un altro grande complesso monastico: l’Abbazia di Sant’ Antonio di Ranverso, affidata ai monaci Antoniani, votati alla cura del cosiddetto “fuoco di Sant’Antonio”, una delle piaghe più diffuse del mondo medievale, per il cui sollievo era stato realizzato, nell’ambito del complesso, il notevole “Ospedale”. La chiesa attuale è il risultato di restauri successivi, sin da Alfredo D’ Andrade, che tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del secolo successivo tenta di restituire all’edificio l’aspetto tardo medievale, all’interno del quale dare il giusto risalto al ciclo di affreschi (massima espressione del gotico internazionale) di Giacomo Jaquerio e al notevole polittico di Defendente Ferrari. All’interno del ricco circuito delle numerose chiese romaniche dell’Astigiano, il complesso monastico più rilevante è senza dubbio l’Abbazia di Santa Maria di Vezzolano, il cui rimarchevole apparato architettonico si inserisce perfettamente nell’armonico paesaggio circostante. La facciata in cotto e arenaria, compositivamente e decorativamente di eccezionale completezza, precede uno dei più bei pontili, riccamente decorato di statuaria, del medioevo piemontese. Un’altra tappa obbligata attraverso i luoghi della spiritualità è l’Abbazia di Santa Maria di Staffarda, nel cuneese, sulla strada da Saluzzo e Pinerolo. Fondata nella prima metà del secolo XII (donazione del terreno nel 1135 ad opera di Manfredo I, marchese di Saluzzo) dai monaci Cistercensi, il complesso abbaziale comprende la chiesa con l’elegante chiostro a colonnine, gli edifici monastici, il cosiddetto mercato coperto e le annesse nove cascine, sistema agricolo di assoluta preminenza.
Un ipotetico viaggio nella spiritualità religiosa termina ai sette Sacri Monti piemontesi – Belmonte, Crea, Domodossola, Ghiffa, Oropa, Orta e Varallo Sesia -, riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco, testimonianza di ricchezza storica, artistica, naturalistica e devozionale. Sono infatti complessi architettonici di carattere religioso realizzati in stretto rapporto con il paesaggio circostante, costituiti da un percorso devozionale – composto da stazioni, edicole o cappelle – che culmina in un santuario. Diversi sono i temi religiosi che ispirano il percorso dei pellegrini: la vita di Cristo, la Via Crucis, la vita della Vergine Maria, la vita di santi come Francesco, i misteri del Rosario. Gioielli di culto capaci di coniugare cultura e percorsi di fede, e al tempo stesso tappe di un itinerario attraverso la storia, la natura e le tradizioni.