In origine, Piemonte significava “ai piedi del monte” ed era riferito ai possedimenti del casato dei Savoia. Con il passare del tempo, il termine si estese a indicare una “terra circondata dalle montagne”. Qui ci sono le vette più alte e i ghiacciai più grandi d’Italia.
Storia del nome Piemonte: in epoca romana il nome Piemonte era sconosciuto, né la nostra regione ebbe mai una fisionomia ed una propria unità etnografica. Dal secolo VIII con il toponimo “Longobardia” veniva indicata la grande conca padana dalle Alpi occidentali al mare Adriatico. Il conte Amedeo III di Savoja nel 1120 era noto come “Lombardia comes” cioè il conte di Lombardia. Dal medioevo non sempre si ebbe uno stesso significato. Infatti col termine Piemonte venne successivamente indicato un territorio sempre più esteso con suscettibili varianti di significato mutuato dalla politica.
la caratteristica principale del Piemonte è che basta spostarsi di pochi chilometri per trovare ambienti e atmosfere anche molto diversi, e che non esiste un solo Piemonte, ma dieci, dodici, quindici Piemonti!
Tra i secoli X e XII, quando le attività delle popolazioni fattesi più numerose e vivaci portarono alla necessità di distinguersi e di contrassegnare con nomi più precisi le diverse regioni messe in evidenza nelle lotte e competizioni , ecco allora che comparve fra gli altri il nome Piemonte, cioè “ la terra ai piedi dei monti”, designazione che compare geograficamente a tratti ora ristretta ed ora estesa.
Una delle prime menzioni circa il toponimo Piemonte compare in un diploma della contessa Adelaide del 1075 in cui si fa esplicito riferimento ad una località denominata “ pedem montium”.
La contessa Adelaide, figlia di Olderico Manfredi, sposando un figlio di Umberto di Savoja il Biancamano, patrocinò uno specifico orientamento territoriale “l’incomposta” attività di espansione dei Savoja.
Ancora in un altro documento del 1193 si accenna a dei “ castellani de pedemontibus”.
Secondo questa documentazione Piemonte era la regione compresa tra il fiume Tanaro e le Alpi Cozie fino al torrente Sangone. Alla fine del medioevo il termine Piemonte finì con il coincidere con l’estendersi dei domini padani dei Duchi di Savoja.
Citiamo qui di seguito alcuni esempi dell’uso del termine Piemonte. Federico II di Svevia Imperatore in un suo scritto accenna ad avvenimenti verificatisi “ in partibus Pedemontibus”. In una cronaca del 1290 è scritto che il Marchese del Monferrato “adunatis gentibus Pedemontium … super terra astensium irruit” e gli studenti savoiardi che si portavano alle Università di Pavia e di Ferrara erano indicati come “de Pedemoncio”, cioè del Piemonte.
All’inizio del 1400 si consolidò quindi l’uso del toponimo Piemonte non solo più come espressione geografica, ma anche come unità politica. Prese corpo un Piemonte sabaudo che da Aosta, Biella ed Ivrea scendeva a Torino e da qui a Pinerolo, Fossano, Cuneo , Mondovì e Tenda. L’enclave del Marchesato di Saluzzo arriverà ai Savoja due secoli dopo.
Il 15 agosto 1424 Amedeo VIII prese una grande decisione. Sulla pubblica piazza di Thonon, l’antica capitale del Chiablese, creò per il primogenito Amedeo, il Principato del Piemonte, cioè un territorio ben definito geograficamente e politicamente che sarà assegnato per sempre al principe ereditario.
Le popolazioni piemontesi avrebbero goduto di una certa autonomia, sentendo solo attraverso il Principe, cioè l’erede al trono, l’unione dei loro interessi con quelli del Ducato.
Questo fatto ebbe anche ripercussioni dal punto di vista dell’organizzazione ecclesiastica. Papa Leone X il 23 luglio 1513 elevò la Diocesi di Torino con le sue 218 Parrocchie a sede arcivescovile e la sua cattedrale a Chiesa metropolitana ( 21 maggio 1515), esentandola da sottostare all’autorità dell’arcivescovo di Milano.
Da questo momento il termine “geo-politico” di Piemonte viene consolidato e riconosciuto da tutti gli stati importanti, confinanti ed europei.