Nel linguaggio dei fiori la camelia è sinonimo di bellezza e devozione eterna tra gli innamorati. Regalata è segno di stima ed è simbolo di portafortuna quando è donata a un uomo. Proviene dall’Asia, e in particolare dalla Cina e dal Giappone, dove da secoli viene coltivata come pianta ornamentale, ma soprattutto per utilizzarne i germogli essiccati per preparare il tè oppure l’olio che si estrae dai suoi semi.
Questo fiore deve il nome al missionario gesuita Georg Joseph Kamel, vissuto tra il 1661 e il 1704. Nei tempi antichi la camelia, grazie alla sua caratteristica di vivere centinaia di anni, era considerata simbolo di immortalità: ancora oggi viene piantata nei giardini dei templi buddisti. La prima camelia giunse in Italia nel 1760 nel giardino della Reggia di Caserta grazie all’amicizia di Lord Nelson con l’ambasciatore inglese Sir Hamilton. In Europa la camelia divenne di gran moda nell’Ottocento e le signore dell’alta società, ma anche gli uomini, usavano la camelia come ornamento dei propri abiti. Venendo a tempi più recenti, Coco Chanel sceglierà questo fiore come simbolo della sua prestigiosa Maison. La camelia varcò anche la soglia della cultura con Alexandre Dumas che nel 1848 pubblicò “La dame aux camélias”, ripreso da Giuseppe Verdi nella Traviata (1853). Sulla sponda piemontese del Lago Maggiore, la Camelia fece la sua comparsa sull’Isola Madre nella seconda metà dell’Ottocento. Favorita dal clima mite, da una relativa umidità dell’aria e soprattutto dall’acidità del terreno, la zona dei laghi prealpini è il luogo ideale per coltivare queste piante. Oggi il Consorzio Fiori Tipici Lago Maggiore con un centinaio di produttori in provincia di Verbania e Novara è l’unico ente in Europa specializzato nella coltivazione di camelie a fioritura invernale/ primaverile e di altre acidofile. La camelia del Lago Maggiore è stato il fiore ufficiale delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006, della Marcialonga e Mondiali di sci nordico Fiemme 2013.